Marangoni Tranquillo. Pozzuolo del Friuli (Udine), 1912 - Roncoscrivia (Genova), 1992. Pittore, scultore, xilografo. Autodidatta. Nel 1942 inizia l’attività di xilografo. Fino al 1962 ricopre l’incarico di disegnatore ai cantieri navali dell’Adriatico di Monfalcone. Nel 1946 riceve il premio Dama Bianca di Gorizia e organizza le prime personali a Trieste e a Monfalcone. Tra le altre personali, si ricorda quella antologica tenutasi a Praga nel 1966. Tra le mostre più recenti, si ricordano quelle organizzate a Monfalcone nel 1995 e nel 2002. Partecipa a più di una Biennale di Venezia, alle Quadriennali di Roma, alla Biennale di San Paolo del Brasile e a parecchie altre mostre internazionali. Gli sono stati attribuiti parecchi riconoscimenti internazionali e diversi sono stati i premi conseguiti, tra cui: la VII Biennale d’Arte Sacra; il Premio Epifania 1961; il Friûl Aquila d’Oro 1987. Trasferitosi in Liguria nel 1962, insegna al Liceo Artistico di Savona e di Genova. Nel 1953 fonda l’Associazione degli Incisori Veneti (AIV). Viene inoltre nominato membro dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Udine, dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e della Reale Accademia del Belgio. Un nucleo cospicuo di opere dell’artista è custodito presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone. Acquista grande notorietà come xilografo ideando e realizzando ammirate decorazioni navali. Molti sono, tuttavia, anche i volumi da lui illustrati; si ricordano, tra questi, la Storia dell’arte e dell’artigianato in Gorizia di M. R. Cossar (1948), Friuli. Xilografie originali di T. M., a cura di C. Ermacora (1951) e il ciclo di tavole dedicate a Santa Teresa (1985). Molto nota è anche la sua produzione di ex libris. Nella sua opera xilografica, che comprende oltre millecinquecento legni, risulta evidente una certa influenza dell’arte espressionista di orizzonte europeo, associata però a una ricerca che prende le mosse da goticismi Tre e Quattrocenteschi. Nelle sue xilografie l’artista sviluppa i temi del paesaggio, dell’iconografia religiosa e del lavoro marittimo e navale, molto vicino alla sua esperienza personale. Il suo segno grafico, sottile e dominato in un primo tempo dall’uso di un contorno netto, diviene successivamente più libero e mobile; negli anni Cinquanta giunge a composizioni schematiche vicine all’astrazione, eppure dense di un certo gusto decorativo. Bibl.: Tranquillo Marangoni xilografo. La vita nell’arte, a c. di G. Bergamini e P. Marangoni, Monfalcone, 1995 (con bibliografia precedente); Tranquillo Marangoni. Ex-libris, a c. di A. Bruciati e L. De Biasio, Monfalcone, 2002; Tranquillo Marangoni. Una vita incisa nel legno, Genova, Biblioteca Berio, 2004.
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