• Opere / Autori
  • La Galleria
  • Contatti
  • News
  • La Storia del Premio
  • Didattica / Laboratorio
  • Orari d'apertura
  • 50° PREMIO SUZZARA
  •  

    Ricerca

    Ricerca per Artista
    Ricerca generica


    Omiccioli Giovanni

    Omiccioli Giovanni. Roma, 1901-1975. Pittore. Autodidatta. Nel 1937 espone per la prima volta a Roma alla Quarta Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti. Nello stesso anno inaugura a Roma la sua prima mostra personale. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1940. Nel 1945 partecipa alla I Mostra dell’Arte contro la barbarie organizzata da “L’Unità”. Nel 1947 tiene una personale alla Galleria del Naviglio a Milano; partecipa alla rassegna Nazionale di Arti Figurative a Roma; segue un’altra mostra personale alla Galleria del Secolo a Roma e partecipa alla Biennale di Venezia. Per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta partecipa a importanti mostre collettive all’estero, alle Quadriennali di Roma, alle Biennali di Venezia e tiene moltissime personali in giro per l’Italia. Nel 1977 Palazzo Barberini gli dedica un’importante antologica postuma. Nel 1982 esce un’importante monografia sulla sua opera. L’artista, che fin dalla giovinezza, seguendo le orme paterne, lavora come operaio, nel 1928 conosce Scipione, che lo incoraggia a dedicarsi alla pittura. Nel 1933 fa amicizia con Mafai e conosce De Pisis. Entra in contatto con gli artisti della Scuola Romana. Sono gli anni in cui realizza un ciclo di amare rappresentazioni di quartieri suburbani, ghetti e rifugi di sfollati dal titolo Orti. Questo ciclo, caratterizzato da uno stile espressionista, si conclude nel 1945. In questo periodo frequenta lo studio dello scultore Mazzullo dove incontra Stradone, Turcato, Scordia e altri giovani artisti romani politicamente schierati con la sinistra. Nel 1945 esegue la prima testata del quotidiano comunista “L’Unità” con Mafai, Guttuso e Afro. Dopo il 1945 si dedica a rappresentare scene di barboni e di gente in miseria. Successivamente esegue dipinti ispirati alle pianure del vercellese. Negli anni Cinquanta esegue una serie di marine con figure di pescatori siciliani e immagini della Sila, della Calabria e delle Marche. La sua pittura rimarrà sempre legata a temi figurativi. Solo negli ultimi anni sperimenterà il colore acrilico e rappresenterà la realtà in maniera più asciutta ed evocativa. Bibl.: Omiccioli, a c. di G. Pellegrini, Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 1979; Il libro di Giovanni Omiccioli, Roma, 1982; Omiccioli, Roma, Castel Sant’Angelo, 1986.