Rovesti Bruno. Gualtieri (Reggio Emilia), 1907-1987. Pittore e incisore. Autodidatta. Inizia a dipingere nel 1947 durante il ricovero al sanatorio di Castelnuovo Monti. La prima mostra personale si tiene a Roma a Villa Massimo nel 1949-50, promossa da Renato Mazzacurati. Nel 1950 ottiene un premio al terzo Premio Suzzara. Negli anni seguenti prosegue una fortunata attività espositiva, fino a che nel 1969-70, nell'ambito del Premio Luzzara, gli viene dedicata un'antologica; una seconda sua antologica, postuma, viene organizzata nella stessa cittadina reggiana nel 1989-90, in occasione del Premio Arti Naïves Cesare Zavattini. Oltre alla partecipazione a numerose rassegne in Italia, espone all'estero: a Parigi, Lugano, Bratislava, Atene, Monaco di Baviera, Strasburgo, Zagabria. Dopo una giovinezza trascorsa lavorando da contadino, nel 1935 viene richiamato alle armi: partecipa alla campagna d'Africa, alla guerra civile di Spagna e alla Seconda Guerra Mondiale. Fondamentale per la sua attività si rivela l'amicizia con Mazzacurati, che porta all'attenzione di pubblico e critica la pittura originalmente naïf di questo vivace “Pittore contadino ce.”, come egli ama firmare i suoi quadri, dove “ce.” sta per celebre. Caratteristica è anche l'abitudine di descrivere la scena rappresentata sul retro della tela. In polemica con gli altri pittori ingenui, che ritiene fasulli, Rovesti rivendica la rappresentazione immediata e viscerale di un mondo prettamente campestre, padano, dove predominano un'atmosfera fiabesca, un cromatismo acceso e un senso profondamente decorativo. Bibl.: Bruno Rovesti. Un fiabesco esempio delle forme del reale, a c. di M. Dall'Acqua, Luzzara 1996.
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